Ad una settimana dalla fine del Salone del Gusto ancora mi riecheggiano ancora in testa alcuni dei temi trattati: il Salone ha fatto riflettere sull’agricoltura famigliare, nell’anno in cui la FAO la celebra in tutto il mondo. Un tema che al Salone è stato declinato in tutta una serie di argomenti come la lotta alla fame, la malnutrizione e cattiva alimentazione ma anche l’educazione alimentare, il rapporto tra cibo e ambiente ed il rispetto dei territori e delle tradizioni.
Mi ha colpito l’impegno e l’interesse dato all’importanza del passaggio delle sapienze tra genitori e figlio: dei metodi, dei momenti e gli strumenti migliori per trattare con il territorio ed avere i suoi frutti. Perché il rispetto delle tradizioni porta con sé anche un rispetto dell’ambiente e dei suoi cicli vitali.
Un passaggio di conoscenze che di generazione in generazione si fa sempre più ricco e si aggiorna nei tempi. Che va supportato e non lasciato soffocare sotto il peso della concorrenza a basso costo e senza regole.
Temi che mi hanno colpito perché si intrecciano con la storia della nostra attività. Noi non trattiamo il territorio e l’agricoltura, ma il mare con i suoi pesci. Ma anche qui la famiglia è al centro.
Il nonno Salvatore fu mandato a Getaria (Guipuzkoa-Paese Basco) dalla sua terra natìa, la Sicilia. Qui la famiglia Orlando viveva della pesca e della elaborazione della conserva di acciughe. Cosi, come tanti siciliani emigrati nel nord della Spagna, Salvatore avviò là l’attività conserviera, di tradizione siciliana, di salagione del pescato fresco.
Nel Paese Basco infatti questa tecnica non era conosciuta, risaliva infatti ad una tradizione antica introdotta dai Fenici in Sicilia nel V sec. a.c., ma il pesce abbondava nel florido Mar Cantabrico; per questo accorsero, e tutt’ora risuonano ancora parecchi cognomi italiani in questa zona, parecchi emigranti siciliani portatori di quella ricca cultura conserviera.
Salvatore si sposò con una donna elegante tipicamente basca, Simona Olasagasti, con la quale ebbe 6 figli; fu uno dei principali attori dell’inizio dell’industrializzazione del settore ittico e aprì varie fabbriche nella costa Basca (Ondarroa, Bermeo, Fuenterrabia, Laredo..) e diversificò l’attività industriale, rimanendo però il più rilevante produttore ed esportatore di acciuga del Cantabrico.
Ignazio Orlando, uno dei 6 figli di Salvatore, di nuovo dall’Italia dove ha iniziato a commercializzare le conserve, si è sposato e vive dal 1960, ha voluto continuare e sviluppare la tradizione familiare imprenditoriale nell’industria ittica nell´attuale progetto della fabbrica di Markina ( Bizkaia -Paese Basco ); Salvatore morì nel 1995 a San Sebastiàn, dopo aver visto nascere ad opera del figlio la marca Olasagasti che portava il cognome della sua fedele compagna di vita.
Oggi Matteo Orlando, in Spagna, nella fabbrica di Markina (Bizkaia) e le sue tre sorelle Cristina, Consuelo, Pilar, nella distribuzione italiana a Genova formiamo la quarta generazione impegnata nell’impresa. Una storia di viaggi andata e ritorno Spagna-Italia , di saperi e conoscenze che si conservano ed alimentano.
La conserviera di Markina, insieme ad altre cinque ditte di rinomata tradizione, dal 2006 hanno messo insieme le loro forze nella “Asociación Conserveros Artesanos de la Costa Vasca” per difendere e promuovere i prodotti tradizionali di origine nel settore delle conserve e semiconserve di pesce, sotto il controllo di un’ Agenzia esterna di certificazione, la Fundaciòn Hasi (antica, Fundación Kalitatea).
Soltanto le conoscenze, il sapere antico e l’attaccamento al territorio trasmessi visceralmente in famiglia di generazione in generazione sono il valido supporto a far sì che cresca una volontà di fare le cose per bene.
L’Associazione per la difesa dei prodotti di origine, il sistema di pesca altamente selettivo e sostenibile nel rispetto delle quote pesca, lavorato artigianalmente, da mani anch’esse sapienti, integro e prelevato direttamente sul luogo di pesca.. sono solo alcuni dei punti fermi rappresentativi di questa volontà di fare bene, per essere fautori di una sana alimentazione e per il rispetto dell’ecosistema mare.
Perché un prodotto curato è più sano e più buono, un po’ come i bambini, se seguiti con cura, sono più sani e più felici; noi, con la tradizione che ci supporta, cerchiamo di fare le cose per bene.
Pilar, della quarta generazione.
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